Isili

Un paese, mille tradizioni*

Isili è un comune di 3.000 abitanti della provincia di Cagliari, in Sardegna. Situato nella regione storica del Sarcidano, dista 71 km di percorso stradale dal capoluogo provinciale e regionale, 105 da Nuoro, 66 da Oristano e 162 da Sassari.

Paese tradizionalmente agricolo e pastorale, nel corso degli ultimi decenni la sua struttura economico-sociale è cambiata radicalmente, con l’affacciarsi del settore terziario e riduzione dei comparti tradizionali, in virtù soprattutto dei numerosi uffici ed enti che sono presenti nel comune: l’ospedale San Giuseppe, gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, gli uffici INPS, le varie scuole, liceo, ragioneria, geometri e istituto professionale Anap, la Compagnia dei Carabinieri, la stazione della Guardia di Finanza, la Casa di reclusione all’aperto, la sede della XIII Comunità Montana, gli uffici di Laore e Argea, Abbanoa, il Centro per l’impiego. Il Comune ospita anche anche una fornita biblioteca, sulla quale è imperniato il sistema bibliotecario dell’intera zona del Sarcidano.

Le tradizioni del passato rivivono nell’importante Museo del Rame e del Tessuto, che espone i tradizionali manufatti di rame e i tappeti variopinti, che nel passato rappresentavano gli elementi più caratteristici delle produzioni locali.

Ambiente e Territorio

Situato nell’alta collina del Sarcidano-Parte Valenza, giacente su una superficie di calcare miocenico, a 523m s.l.m., Isili dista da Cagliari 67 Km; da Nuoro 113; da Oristano 70 e 105 Km da Tortoli’. Confina a Sud con Gergei ed Escolca, da cui dista 8 Km, a Libeccio con Gesturi distante 12 Km, a Ponente con Nuragus distante 10 Km, a Maestrale con Nurallao distante 8 Km, a Nord con Gadoni distante 39 Km e con Villanovatulo distante 17 Km, a Levante con Nurri distante 18 Km e con Serri distante 8 Km.
Le più importanti vie di comunicazione sono la strada statale 128, Centrale Sarda e la ferrovia Cagliari-Sorgono.

Il Paese di Isili giace su di un colle, abbastanza elevato e la cui sommita’, essendo alquanto piana fa’ si che sia piano anche l’abitato. Il territorio di Isili e’ una continua sequela di monti, colli e piani: campagne amene, fertili, abbondanti d’acqua e pascoli.
La giacitura, fra ampie vallate prevalentemente coltivate a cereali, e’ inclinata verso la Marmilla ad Ovest e la Trexenta a Sud. Ad Ovest, all’imboccatura dello splendido canalone de “Is Borrocus”, dove l’alveo del “Fluminimannu” erode gli scisti paleozoici, e’ stata costruita una diga in calcestruzzo che forma un invaso artificiale; il lago di San Sebastiano, capace di contenere 12 milioni di mc d’acqua per uso potabile al servizio di 51 comuni del Sarcidano, della Marmilla, del Barigadu e della Brabascana.

Le due vallate sono separate da una montagna di origine vulcanica, “Pranu Ollas” e caratterizzate dalla presenza di rocce paleozoiche: scisti e graniti in disfacimento, rocce calcaree e fossilifere con numerosi fenomeni carsici e stupende grotte ipogeiche. Le cime piu’ elevate sono: “Is Coromeddus” m. 893 s.l.m., “Trempu” m. 703, “Su Pitzu Mannu” m. 702, “Pranu Ollas” m. 697 e “Simudis” m. 658.

L’ambiente vegetale e’ quello tipico del Quercus Ilex: sono diffusi i boschi di lecci, di roverelle e la macchia mediterranea. La fauna e’ quella comune agli ambienti di alta collina, ma e’ da segnalare la presenza della martora e, fatto forse unico, dell’aquila del Bonelli che da sempre nidifica sulle rupi de “Is Borrocus”.

Il clima di Isili puo’ essere definito salubre. I venti che vi dominano sono quelli dell’ovest e del levante e raramente anche quelli del nord.

Prima dell’emanazione della legge del 23 Ottobre 1859 Isili era capoluogo della Provincia omonima (appartenente alla divisione di Cagliari) che aveva nella sua giurisdizione 51 comuni e 9 ripartizioni: Isili, Barumini, Laconi, Mandas, Mogoro, Nurri, Lunamatrona, Seui e Senorbi’. A quel tempo esistevano a Isili tutti gli uffici che allora si trovavano nei capoluoghi di provincia, dal consiglio provinciale al distaccamento di fanteria, all’Ispettorato scolastico ecc. Dal 1839 al 1849 vi fu il tribunale.
Con la detta legge fu soppressa la provincia di Isili ed il comune rimase capoluogo di mandamento ed amministrativamente apparteneva alla provincia di Cagliari, da cui dista 69 Km di strada, aggregata nel giudiziario di Lanusei da cui dista ben 100 Km.

Esiste a Isili l’Ufficio del Registro, l’agenzia delle Imposte e l’Ufficio Esattoriale. Nell’Ecclesiastico appartiene alla diocesi di Oristano da cui dista 74 Km. Isili e’ anche capoluogo e sezione principale del collegio elettorale politico.

Origine ed Etimologia

L’origine di Isili si perde nell’oscurità dei tempi, ed è impresa assai ardua investigarla: nessun documento accenna la data. Solo nel gran manoscritto del P. Aleo che si conserva nella biblioteca dell’Università di Cagliari si legge come Isili sia stata edificata dai superstiti della distrutta Inarsi (“Bidda Beccia”) che si trova a nord-ovest, a circa 5 Km da Isili e precisamente nei limiti del territorio con Nurallao.

E’ probabile che Isili sia derivato da Ilienses, così denominati i popoli che, secondo Pausania, scamparono all’assedio di Troia (ca. 1184 anni a.C.) e guidati da Enea pervennero in Sardegna per poi unirsi ai Greci, e si stabilirono da Isili verso l’Ogliastra.
Lasciando queste leggendarie tradizioni da una parte, possiamo solo dire che Isili vanta una storia antichissima, tant’e’ che al tempo delle guerre puniche fra nuragici e cartaginesi, Isili rimase sotto l’influenza di questi ultimi.

La sua origine e’ dunque stimata come anteriore al V° secolo a.C. Si hanno di nuovo notizie a riguardo nel 150 d.C., quando i romani, avendo ucciso piu’ di 80.000 sardi, lo conquistarono sotto la guida di Tiberio Sempronio Gracco. Isili divenne quindi regione romana e combatte’ al fianco della capitale del mondo contro i feudi vicine dei Galillensi di Esterzili.

Nel 1215 la Sardegna era divisa in quattro grandi regioni: Regno di Calari (Cagliari), Regno di Arborea, Regno di Gallura e Regno di Torres. Isili, che per la sua posizione geografica e’ nettamente nel territorio antistante Cagliari, era infatti incluso nel regno di Calari. Isili appartenne prima alla curatoria di Siurgus e in seguito a quella di Mandas. Intorno al 1300 Isili entro’ a far parte del territorio del “Cagliaritano Pisano” e le tasse che la città di Pisa riscuoteva contribuirono a impoverire la regione.

Il nome Ilienses deriva da Ilio, antico nome di Troia. Gli studiosi sono discordi poichè alcuni vorrebbero invece attribuire l’origine al nome latino Escilium, anche se nessun reperto ha confermato questa ipotesi.

Nuraghi

Isili come quasi tutto il territorio sardo e’ cosparso di reperti archeologici. Le tracce piu’ evidenti di una popolazione che anticamente risiedeva nella zona sono i nuraghi, molti dei quali non sono ancora stati oggetto di scavo.
Finora nella fascia territoriale isilese sono stati localizzati una trentina di nuraghi, la maggior parte dei quali sono ancora sepolti, mentre quelli che sono stati portati alla luce nei secoli scorsi sono stati distrutti da antichi pastori del luogo.
Fino al tardo ottocento, ad esempio, la zona archeologica dove e’ situato il nuraghe “Is Paras”, era in possesso degli scolopi i quali non conoscendo l’effettivo valore storico-culturale dell’opera, tentarono di smantellare la parte superiore per utilizzare il materiale per la recinzione del loro fondo.
In questa occasione, l’amministrazione comunale era intervenuta e aveva proibito la demolizione di questo monumento, ma non per motivi culturali, semplicemente “Is Paras” costituiva un punto di osservazione formidabile ed era una costruzione ideale per l’avvistamento del bestiame che i pastori utilizzavano per controllare i loro armenti.

“Is Paras” è in realtà un nuraghe esemplare, potendo sfoggiare la tholos piu’ bella e piu’ alta della Sardegna (assieme, forse, ad una presente nel nuraghe “Orrubiu”, tutt’ora in fase di scavo). Tra l’altro, presenta un soffitto ascendente che va’ dall’ingresso verso l’alto, di rara bellezza e grandiosita’.
Purtroppo, visto che la camera principale era in parte accessibile anteriormente ai lavori di scavo, il nuraghe in passato e’ stato ripetutamente saccheggiato dai tombaroli e solo una minima parte dei reperti presenti originariamente al suo interno sono arrivati fino a noi: elementi di osso, probabilmente facenti parte di una collana; olle, tegami di tipo arcaico, fusarole, affilatoi, ciottole di argilla ben databili, essendo associate a materiali micenei a loro volta databili; pintadere e molte altre prove tangibili di una societa’ abbastanza evoluta e religiosamente affermata.

Le tracce della presenza umana sono innumerevoli e risalgono a tempi immemorabili. Non si puo’ fare a meno di citare i Menhir, di recente ritrovamento, conservati nei locali del municipio (stupende statue iconiche risalenti forse al III° millennio a.C.); la tomba megalitica dolmenica di “Pranu Tres Litteras” e le numerosse Domus de Janas.
Tra le 35 costruzioni nuragiche bastera’ evidenziarne due: il sopracitato “su Nuraxi de is Paras” (cosi’ detto perche’ sorge in un terreno che era di prorpieta’ dei frati Scolopi) e “su Nuraxi de Chistingionis”. Il primo, quasi a ridosso dell’abitato, e’ una costruzione complessa: m. 6,40 di diametro per m. 11,30 di altezza. La torre centrale e’ circondata da un bastione trilobato. “Su Nuraxi de Chistingionis”, costruito in cima ad un dirupo del canalone del Rio Brabacera- Nedda, presenta invece due torri poggianti su robusti muri di sostegno ed una cortina muraria attraversata da un corridoio di mirabile fattura.

Di questi giganteschi avanzi dell’antichita’ che torreggiano sul suolo sardo, anteriori ad ogni memoria scritta, i piu’ mirabili per architettura sono (oltre i due sopracitati “Is Paras” e “Chistingionis”): nurax